lunedì 9 gennaio 2012

Un mese in su e giù

Qui dicono che fino ai primi due mesi, ti puoi considerare sempre appena arrivato. Ieri, ho compiuto un mese pieno di Sydney, tra alti e bassi, inevitabilmente.
E' eccezionale, partire da solo e atterrare a sedicimila e oltre chilometri di distanza, ma porta qualche effetto collaterale.
Capisci di non essere qui in vacanza, quando pian piano molte cose che avevi pianificato, diventano reali. Tutte anche le più banali.
Non vedevo l'ora di scontrarmi con le prime difficoltà e le prime preoccupazioni: il dover badare a se stessi ancor di più di quello che fai in una situazione familiare. Forse è anche quello che ricerco. Perchè non è che abito su uno yacht di lusso e non c'è nessuna top model in intimo rosso che al mattino mi serve un'abbondante colazione a letto e su un vassoio platinato in oro. Purtroppo.
Routine. Da una settimana a questa parte, da quando ho trovato lavoro, mi ritrovo spesso a fare le solite cose ad i soliti ritmi. Sembra un patto con il diavolo: ti permetto di lavorare, di guadagnare ma ti rubo il tuo tempo. Ed è solo una settimana.
Ok, forse stò esagerando, ma finchè mi si ruba il tempo a Ponte a Egola, paese dove vivo, ci posso anche passare sopra. Ma se mi rubi il tempo a Sydney, dove tutti i santi giorni, a tutte le ore c'hai qualcosa da fare o da vedere, allora storgo un po' il naso.
Anzi lo storgo tutto.
Come ieri sera che causa lavoro, ho padellato l'inizio del Sydney Festival 2012, in Hyde Park. Troppe cose da vedere a Gennaio, seriamente. Qua è estate e ogni pretesto è buono per fare un evento, da quelli cittadini a quelli tra amici.
Un qualsiasi rilassato australiano, mi direbbe "take your time, man", e forse avrebbe anche ragione. Devo imparare a vivermi il viaggio anche in questi momenti, anche mentre al ristorante condisco con pezzetti di pollo e ananas, la Pizza Chicken Hawaiian (che ci vuoi fare, gli Ozzy hanno questi gusti), anche mentre di venerdì notte, in abito da lavoro, aspetto il bus parlando con Kuo, thailandese cinquantenne, che mi spiega i motivi perchè ama la cucina italiana, oppure un sabato sera, che torno a casa senza godermi la pazza notte di Sydney e uccido una blatta che mi stava entrando sotto al letto. In Italia, era tanto quando ammazzavo una zanzara.
Forse sono anche queste, le cose che ti restano dentro e fanno parte dell'essenza del viaggio. Ok, signorotto australiano, proverò a prendermi il mio tempo e godermi anche quelle cose meno piacevoli. In fin dei conti son qui anche per questo.

1 commento:

  1. Ciao...sto pensando seriamente di lasciare l'italia x venire in Australia già da qualche mese...il tuo blog mi sta aiutando molto a capire cosa potrei trovare, grazie!!!

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