giovedì 5 gennaio 2012

Lavoro "sicuro"

Avere un lavoro, in questa città, è indispensabile. Mettetevelo in testa, perchè quando per un gelato con due palline ti chiedono 6.5 $, ti fai delle domande serie. E non riguardano se comprarlo o meno il gelato. Per quello, non ti sfiora nemmeno l'idea. Le domande in questione sono ad esempio, in quale bussolo dell'immondizia cercherò da mangiare per cena? Scherzi a parte, ma non si va troppo lontano.
Dal mio arrivo ho passato la fase ostello, la fase ricerca casa, la fase inizio il corso di inglese e giunti alla fase ricerca lavoro, pensavo fosse tutto abbastanza in discesa. Pensavo. Costruito il mio Cv, ad hoc, per tutto il settore della ristorazione, inizio come un robot a rispondere ad annunci e mandare resume sia su internet, sia di persona. Risultato: buco nell'acqua che più buco non si può.
Solo una settimana fa, realizzo un colpo di genio, si fa per dire. Inserisco gratuitamente un annuncio, all'interno di uno specifico sito, dove bramo la mia voglia di un lavoro. Bang!
Nel giro di due giorni, 5 tra mail e sms! La più curiosa e ovviamente declinata all'istante era quella di essere pagato bene e cash in hand, per fare massaggi. Guarda un voglio aggiunge altro. Ma di queste, due proposte sono più accettabili.
La prima è una richiesta per pizzaiolo, o almeno qualcuno che lo aiuti e lo sostituisca nei suoi day off. Io con mia grande esperienza, grazie ad anni di Speedy Pizza surgelata, ci provo.
Location: La Perouse. 40 minuti e doppio bus per raggiungere il posto. Bel quartiere con ristorante separato dall'oceano della Botany Bay solo da una strada e qualche metro di verde pubblico, una consuetudine. Il suburb è popolato da principalmente da libanesi, gente un po' difficile. Me lo spiega il pizzaiolo. Enzo, romano, qui da un anno con moglie e figlia al seguito. Il proprietario è originario di Malta, mentre suo figlio Ryan, nato in Australia, è un ciucco spaccato ma si da il caso che sia anche il mio capo.
Durante la prova non faccio niente di speciale, se non tentare di impastare la pizza in maniera approssimativa ed annuire a molte delle domande in australiano stretto, roba incomprensibile all'orecchio umano, ma alla fine mi vengono segnate le ore e sono confermato per il primo gennaio a mezzogiorno. La paga è la minima: 15 $ per ora. Io accetto, poi si vedrà.
Oltre ad aiutare il pizzaiolo, pulisco i tavoli e faccio spola tra questi e il retro portando cibo e bevande dalla cella frigo alla cucina, se c'è bisogno. L'importante era evitare mansioni come il lavapiatti. Qui lo fa un ragazzo cinese di nome Mike. Povero. L'igene è ai minimi termini, non tanto per la sezione pizza, tanto per quella fish & chips. Roba da mettersi le mani nei capelli, considerati anche i prezzi a cui vendono i piatti. In Italia un locale come questo verrebbe chiuso per direttissima.
Il personale, è devastante: alle friggitrici sono sempre in 4-5 cinesi di cui non conosco i nomi e George, libanese, scorbutico, bassino e mezzo ricurvo. Anche alle casse c'è del personale asiatico. Ma i veri personaggi vengono fuori pian piano, come Mohammad, provenienza Middle East, che secondo me nemmeno lui sa dov'è. Statura media e palestrato, pensavo non scucisse una parola in inglese a sentirlo parlare. In realtà, balbetta, e per me comprenderlo è pressochè impossibile. Lo senti che ogni tanto ride, alle sue stesse battute, ieri mi voleva far chiamare la sua fidanzata thailandese al telefono per dirgli che non tornava a casa! Mah, ve l'ho detto che non sono normali.
Non è sano nemmeno Ryan, il figlio del propietario. Pensa che poco prima della chiusura del primo gennaio ha rischiato di travolgere una bambina con un tavolino, scatenando l'ira del padre della figlia. Ryan, forse stressato, o più semplicemente rincoglionito di suo, non ci pensa due volte ed inizia a spintonarlo. I due si azzuffano dentro il ristorante, mentre la moglie è in trance ed inizia ad offendere con una serie di fucking. Arriva perfino la polizia, chiamata da non so chi. Questo, è colui da cui dipendo. L'unico che si salva è Chad, australiano, alto, magro, capelli lunghi e barba incolta, con su sempre degli occhiali alla John Lennon. Lui è l'uomo delle consegne.
Il mio turno finisce generalmente verso le dieci la sera e mentre aspetto il bus mi godo, si fa per dire, orde di libanesi con macchine truccate, musica a tutto volume e gomiti fuori dai finestrini, nemmeno fossimo ad un autoraduno clandestino. Salgo sul bus che mi riporta verso la civiltà e la giornata è andata. Probabilmente, lavorerò qui solo per poco, anche perchè come dicevo ho un'altra proposta, più allettente dove se tutto va per il verso giusto, inizierò il 16 Gennaio.
Posizione: cameriere in un ristorante a Paddington, vicino casa mia, paga quasi uguale, ma a cui devo aggiungere le mancie. Non conosco ancora molti dettagli, ma verrà il tempo per raccontarli, sempre che Ryan, in preda ad un raptus di follia, non mi tagli la gola prima, dandomi in pasto a qualche cannibale libanese. Ma tranquilli, I'll take care.

4 commenti:

  1. Tutto sommato mi sembra una brava personcina... Salutami Ryan!!!
    E in bocca al lupo allora!!!

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  2. Scusami, mi ha pubblicato come sconosciuto...
    Lorenzo (Lucchesi)
    Ciao caro!!

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  3. Fantastico!!! È davvero troppo!!! Grande Paolo, se resisti ad un ambiente così sei già un mito!! Ahahah!! Apparte gli scherzi, almeno raccatti du soldi, peró occhio a nn far incazzare ryan, magari quando cambi lavoro digli che devi tornare in Italia!! Ciao carissimo!! (digra junior)

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  4. Dopo un primo dell'anno busy e pieno di colpi di scena, la situazione adesso è molto più vivibile e anzi alcune volte rimani senza far niente per molti minuti. Peccato che è lontanissimo da casa mia, altrimenti rimarrei davvero volentieri tra questi grossi personaggi.

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